«Le affermazioni del senatore Gianmarco Centinaio sulle unioni civili? Un’offesa». L’assessore comunale alle pari opportunità Laura Canale non ha dubbi: le dichiarazioni del capogruppo in Senato del Carroccio, che ha sottolineato come le unioni civili aprano la strada al matrimonio tra uomo e cane, costituiscono un’offesa per un Italia che, sui diritti civili, intende colmare il divario che la separa dal resto d’Europa. Ma soprattutto, sostiene l’assessore, «sono parole molto gravi, proprio perché pronunciate da un senatore della Repubblica». «Possono avere conseguenze devastanti su ragazzini e ragazzine che stanno elaborando la propria omosessualità, in condizioni quindi di grande fragilità emotiva e che possono interpretare queste parole come segno di disprezzo verso i loro orientamenti», spiega Canale che invita il senatore al prossimo incontro organizzato dallo Sportello antidiscriminazioni, «perché tocchi con mano tutti i gravi e delicati problemi che stanno dietro a chi viene discriminato per le proprie tendenze sessuali». Uno Sportello, ricorda Canale, istituito dall’amministrazione Cattaneo e con il voto favorevole dello stesso Centinaio. «L’obiettivo – dice l’assessore – era quello di diffondere una cultura della non-discriminazione e di attuare una politica locale che sensibilizzasse i cittadini sul tema della tolleranza e della valorizzazione delle differenze». Posizioni, aggiunge, che appaiono distanti da quelle attuali del senatore del Carroccio, convinto che l’approvazione del disegno di legge sulle unioni civili, sia il primo passo per arrivare a matrimonio uomo-animale, poligamia, incesto. Affermazioni «umilianti» per Arcigay Pavia che sottolinea come «paragonare l’omosessualità alla zoofilia e all’incesto rischia anche di lasciare un terribile vuoto nei cuori di tutti quei giovani che si scoprono omosessuali e non hanno il coraggio di fare coming-out con le famiglie». «In una società vuota di diritti è facile sentirsi soli – sostiene il presidente Niccolò Angelini -. Il partito della paura, ancora una volta, cerca di rallentare la crescita sociale e culturale del nostro paese». «Dopo anni di lotta e contrasto all’omobullsimo nelle scuole pavesi e nella nostra città – aggiunge Veronica Bianco, coordinatrice della Rete degli studenti medi – ci troviamo di fronte a dichiarazioni basate sull’ignoranza e che fomentano l’odio e le discriminazioni verso le persone omosessuali. La famiglia non è solo quella composta da uomo e donna ma è quella formata da due persone che si amano».
Fonte: La Provincia Pavese