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Quando una mozione si basa sulle fake news – lettera alla Provincia Pavese

Sulla Provincia Pavese del 30/03/2021 la lettera del presidente di Coming-Aut Davide Podavini:

Gentile direttore,
sento la necessità di intervenire sulla polemica che si è generata intorno alla mozione depositata in Consiglio comunale dalla consigliera Paola Chiesa di Fratelli d’Italia, i cui contorni sono stati raccontati nell’articolo pubblicato sulla PP il 28 marzo. La mozione è costruita su argomentazioni false e suggestive, che fanno riferimento a quella serie di fake news, organizzate sotto il titolo di “teoria gender”, che vengono quotidianamente propagandate dai gruppi di fanatici omotransfobici, in Italia e all’estero.
L’espressione “propaganda LGBT”, contenuta nella mozione, è ad esempio direttamente mutuata dal vocabolario dell’odio in uso presso gruppi di estremisti e financo nelle legislazioni di alcuni Paesi, come la Russia, che imponendo per legge proprio il divieto di “propaganda LGBTI”, hanno messo al bando qualunque espressione pubblica di sé, qualunque discorso di inclusione ed eguaglianza, e hanno esposto le persone gay, lesbiche, bisessuali e trans ad aggressioni, censure, e a veri e propri attacchi violenti, organizzati contro persone singole o gruppi della comunità LGBTI+. L’espressione in sé ha un preciso obiettivo politico: diffondere l’idea che l’omosessualità e la transessualità non siano una condizione vissuta dalle persone, che ha implicazione nella sfera personale e sociale, ma un’ideologia (da qui per l’appunto l’uso distorto del termine “propaganda”). La mozione annovera altri esempi mutuati dal medesimo vocabolario dell’odio: le azioni fondamentali di diffusione della cultura dell’eguaglianza e della non discriminazione, vengono definite “indottrinamento gender”, con l’evidente volontà di distorcere la realtà e restituire una visione di esclusione, discriminazione e censura di una minoranza che è parte attiva è visibile della società.
La comunità LGBTI+ pavese, che da 15 anni si organizza in Coming-Aut, non accetta che nel luogo di massima rappresentanza della cittadinanza possano esplicarsi discorsi d’odio contro una minoranza, senza che quella minoranza attaccata possa prendere parola e ristabilire dei dati di verità.
In molte occasioni cittadini, associazioni e movimenti sono intervenuti in Consiglio, quando coinvolti dagli argomenti in discussione – anche Coming-Aut ha avuto in passato questa possibilità. Poiché direttamente e gravemente coinvolte e coinvolti nel merito degli argomenti della mozione, abbiamo chiesto al presidente del Consiglio comunale, Nicola Niutta, di poter intervenire in sede di discussione, nella forma e con gli strumenti previsti, che possono essere molteplici (l’adunanza aperta, la dichiarazione in apertura di seduta, ecc.). Niutta non ci ha ancora risposto, preferendo dialogare con la stampa anziché con chi ha posto in essere la richiesta. Attendiamo una risposta dal presidente, augurandoci che venga garantito anche alle lesbiche, ai gay, alle persone bisessuali e trans, il diritto di parola, così come a tutte le cittadine e i cittadini pavesi. In caso contrario, siamo pronte e pronti alla mobilitazione, perché la nostra voce è più forte, più consapevole, più libera dei discorsi d’odio che risuoneranno in quell’aula.

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