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Al via Q+ l’indagine nazionale di Coming-Aut

Pavia, 28 aprile 2023 – Un sondaggio anonimo, il primo mai effettuato in Italia, rivolto a persone lesbiche, bisessuali, trans* e non binarie, attraverso il quale approfondire l’esperienza, la percezione, il disagio e le difficoltà legate all’accesso ai servizi ginecologici.

È questa l’azione che promuove quest’anno Coming-Aut LGBTI+ Community Center APS – Centro UNAR contro le discriminazioni di Pavia nell’ambito del progetto TODES! – Territorio Opportunità Diritti Eguaglianza Solidarietà, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali  e con il sostegno di Arcigay.

L’indagine si chiama Q+, ha un logo che nasce dall’unione della lettera Q e dal simbolo dell’inclusione, e sarà declinata nei prossimi mesi su tutti i canali social dell’associazione, in volantini e poster, e delle realtà territoriali di Arcigay e portata in tutti i pride. Il logo sarà anche il capolettera di domande come:  quando hai effettuato l’ultima visita ginecologica? Quanto disagio ti provoca rivolgerti a un centro specializzato in ginecologia? Quanto spesso ritieni che la tua privacy sia stata rispettata nell’accesso ai servizi per la salute ginecologica? Sono questi infatti solo alcuni dei quesiti che la ricerca andrà ad approfondire. 

Le persone lesbiche, bisessuali, trans* e non binarie nell’accedere alle cure ginecologiche e alla prevenzione, come dice la letteratura scientifica internazionale, spesso  sperimentano un senso di disagio e malessere legato alla difficoltà di essere comprese e accolte nel modo adeguato, cosa che incide negativamente sull’accesso ai servizi.

“Non esiste nessuno studio in Italia sulle eventuali difficoltà di accesso alle cure ginecologiche per le persone lesbiche, bisessuali, trans* e non binarie”, spiega Davide Podavini, Presidente di Coming-Aut Pavia.

“Eppure i nostri servizi di auto aiuto o qualche raro contributo giornalistico restituiscono esperienze di disagio, se non fenomeni di aperta discriminazione, legati alle visite ginecologiche. È il caso, per esempio, delle domande di routine del personale medico che spesso danno per scontato l’orientamento eterosessuale. È raro poi che durante la visita siano affrontati temi legati alle infezioni sessualmente trasmesse (IST) nei rapporti tra sole donne o per pazienti che si sono sottoposti all’intervento di conversione dei genitali. Questi atteggiamenti generano resistenze che l’indagine andrà a sondare con l’obiettivo, in una fase successiva, di favorire un accesso sereno e sicuro alle visite e agli screening ginecologici per tutte e tutti”, conclude Podavini.

Il questionario si trova online all’indirizzo https://www.coming-aut.it/questionario/

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