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«Bacio gay, la polizia ci ha chiesto i documenti»

Il protagonista racconta: «Gli agenti ci hanno detto di evitare effusioni pubbliche». Arci chiede le scuse per i due ragazzi, scattano esposti anti-discriminazioni.

PAVIA. Un bacio a bordo dell’auto in sosta davanti alla stazione. A scambiarselo uno studente di Pavia e il suo ragazzo. Poi l’arrivo della polizia ferroviaria che bussa al finestrino. I due ragazzi sono fermi sul posteggio riservato alla polfer, si scusano e assicurano che sposteranno subito l’auto. Ma il problema a quanto pare non è quello della sosta, bensì del bacio: »Questo è un luogo pubblico, ci potrebbero essere dei bambini», si sentono dire i due dagli agenti che chiedono la patente al guidatore e i documenti al passeggero. Dopo il controllo, la raccomandazione: «La prossima volta, evitate». Così Francesco racconta quanto è avvenuto in stazione alle 15 del pomeriggio di lunedì scorso e quello che racconta scatena una lunga serie di reazioni, a cominciare da quella del consigliere comunale Giuseppe Polizzi (M5S): «La polfer chiarisca immediatamente, accertando il caso e prendendo tutti i più opportuni provvedimenti. Pretendiamo spiegazioni e chiediamo che ai ragazzi vengano poste delle scuse. Nel frattempo ho domandato ad alcuni parlamentari 5 Stelle di formulare una interrogazione diretta al ministro Angelino Alfano». L’assessore alle Pari opportunità Laura Canale si muoverà attraverso lo Sportello antidiscriminazioni, Cristina Niutta farà richiesta di spiegazioni all’UNAR, l’Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali, Arcigay Pavia agirà chiedendo spiegazioni dirette alla polizia ferroviaria di Pavia e insieme all’aiuto del presidente nazionale di Arcigay Flavio Romani si muoverà presso l’OSCAD, l’Osservatorio Sicurezza di polizia e carabinieri Contro gli Atti Discriminatori.

«Non c’è posto in città per chi crede che un bacio possa offendere la sensibilità di qualcuno – dice Arcigay – Così come non c’è posto chi crede che l’omosessualità debba essere nascosta, anziché vissuta in modo pubblico. La visibilità è lo strumento per fare capire a chi ci sta vicino che tra due persone dello stesso sesso ci può essere lo stesso amore e lo stesso affetto di una qualsiasi coppia eterosessuale. Non torneremo indietro. Non ci nasconderemo mai più. Andremo avanti, non solo rendendoci visibili, ma anche denunciando ogni atto ostile nei confronti del nostro amore». «Nulla – dice ancora Polizzi, ex presidente Arcigay – verrà lasciato intentato al fine di fare chiarezza e pretendere quelle scuse necessarie a una coppia che non ha fatto altro che scambiarsi un gesto di affetto e amore. Se qualcuno ci vuole riportare indietro di 30 anni, ha sbagliato città. Pavia è fatta di persone perbene e ormai da diversi anni ha mostrato di essere dalla parte giusta. La comunità LGBT non accetterà più di nascondersi e di nascondere la propria vita. Nessuno, e dico nessuno si dovrà permettere di definire un bacio qualcosa di indecente, e chi l’ha fatto sarà chiamato alle proprie responsabilità».

8 gennaio 2015

Fonte: La Provincia Pavese

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