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COMUNICATO STAMPA 03 NOVEMBRE 2021

Comunicato stampa

 

Le associazioni dello Sportello antidiscriminazioni esprimono ferma contrarietà verso il linguaggio e i contenuti della mozione Chiesa,approvata dal Consiglio comunale: <<Il Consiglio rifletta sui fenomeni discriminatori non con la lente degli stereotipi e del linguaggio d’odio, ma con opportuni strumenti di analisi>>.

Pavia. In data 30 settembre, il Consiglio comunale di Pavia ha approvato la cosiddetta mozione Chiesa, che impegna il Comune a porsi in contrasto al disegno di legge “Zan”, il cui iter parlamentare è stato affossato il 27 ottobre scorso in Senato.

Noi, associazioni delle Sportello antidiscriminazioni, esprimiamo ferma contrarietà ai contenuti e al linguaggio della mozione, e profonda preoccupazione per la messa in circolo di concetti discriminatori e di espressioni che alimentano l’intolleranza e l’odio contro le minoranze.

Il testo infatti utilizza argomentazioni false, con l’obiettivo di sminuire e financo negare il fenomeno delle discriminazioni di stampo omo-lesbo-bi-transfobico e abilista; tali argomentazioni, inoltre, sono espresse attraverso un linguaggio d’odio gravemente lesivo della dignità delle persone LGBTI+.

L’esistenza e la visibilità delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans+, ad esempio, viene definita nel testo “propaganda LGBT”: l’intento dell’espressione è quello di negare l’esistenza e di ridurre l’esperienza esistenziale e sociale delle persone LGBTI+ a una questione di opinione.
Un tentativo di negare, insieme all’individuo, anche quella stessa violenza discriminatoria che la persona subisce e che, tutte e tutti insieme, in seno allo Sportello antidiscriminazioni, da dieci anni cerchiamo di elaborare e contrastare.
L’espressione è direttamente mutuata dal vocabolario dei movimenti no-gender, che raggruppano compagini di matrice neo-fascista e si battono contro l’inesistente “teoria del gender”.
Questo sintagma, “teoria gender”, è privo di significato ed è basato su tesi antiscientifiche, coniato da chi vuole costruire una società delle diseguaglianze, dove soltanto alcuni – coloro che corrispondono a determinate e arbitrarie caratteristiche – hanno diritto di vivere e agire.
L’impianto “no-gender” della mozione è svelato anche dalla rimozione nel discorso del tema dell’abilismo, che non viene considerato un elemento del disegno di legge.
Un altro tentativo di negare un fenomeno discriminatorio, di sminuirne la portata, di ostacolarne il riconoscimento e dunque la presa di coscienza collettiva e il monitoraggio.
I contenuti della mozione, inoltre, disconoscono il lavoro stesso dello Sportello antidiscriminazioni, che ha costruito e attivato nel corso degli anni percorsi didattici nelle scuole con il progetto “Far bene per star bene”.
Il testo della mozione Chiesa, infatti, definisce i nostri progetti didattici “indottrinamento gender”, attaccando il nostro lavoro comune, l’impegno, l’importanza, e anche la bellezza di portare nelle scuole discorsi di inclusione, di educazione alle differenze e una riflessione profonda sui fenomeni del bullismo di stampo razzista, sessista, abilista, omo-lesbo-bi-transfobico.
Definire tutto questo “indottrinamento” distorce la realtà, perché dentro quelle aule di scuola noi portiamo la nostra esperienza personale, la nostra vita – e non c’è né teoria né dottrina – perché noi siamo persone di origine straniera e parliamo di razzismo, siamo donne che lottano ogni giorno al fianco di altre donne, e parliamo di violenza di genere, siamo persone con disabilità e parliamo di abilismo, siamo persone LGBT+ e parliamo di omo-lesbo-bi-transfobia.

Per queste ragioni, per coerenza con il lavoro che portiamo avanti insieme da oltre dieci anni in seno allo Sportello antidiscriminazioni, per senso di solidarietà e reciproco riconoscimento, opponiamo una ferma contrarietà ai contenuti e al linguaggio della mozione Chiesa, e chiediamo al Consiglio comunale di riflettere con opportuni strumenti di realtà e di analisi sui fenomeni discriminatori che affliggono il nostro territorio, rifiutando l’uso di stereotipi e di vocabolari dell’esclusione, che finiscono per alimentare l’intolleranza e per colpire le cittadine e i cittadini pavesi più fragili, più giovani, più esposti all’odio.

Le associazioni dello Sportello antidiscriminazioni
ANFFAS Pavia
ANMIC – Comitato provinciale di Pavia
Antigone
ARCI – Comitato territoriale di Pavia
Babele
Barbara Fanny Facchera Fondazione onlus
Calypso – Teatro per il sociale
Coming-Aut LGBTI+ Community Center
Comitato Pavia Asti Senegal
Fildis Pavia
Finisterrae
Liberamente – Percorsi di donne contro la violenza
Ledha
UILDM Pavia

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