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Riflessione sulle lettere di Emanuele Macca e Francesco Brendolise

Dopo aver letto le lettere di Emanuele Macca e di Francesco Brendolise pubblicate sulla Provincia Pavese, mi sono venute in mente alcune riflessioni da donna eterosessuale militante per i diritti delle persone LGBTI.

A differenza della personale scelta di Emanuele Macca di non volere avere figli, in Italia esiste già una realtà molto concreta in cui ci sono Famiglie Omogenitoriali, cioè nuclei famigliari formati da genitori dello stesso sesso. Questo per dire che le persone omosessuali NON sono sterili, e che non devono chiedere il permesso a nessuno di fare figli.

È ovvio che le coppie omosessuali, per ragioni biologiche, devono rivolgersi a terze persone per coronare il loro sogno di paternità o maternità. Questo tipo di procedimento non è solo riservato alle coppie dello stesso sesso ma anche a coppie eterosessuali che hanno problemi di fertilità.

La questione più rilevante non è il metodo di procreazione utilizzato, ma riconoscere questa realtà e proteggerla, dobbiamo pensare a questi bambini “senza diritti” che esistono e vengono discriminati perché lo Stato italiano non riconosce la loro famiglia.

Se siamo cosi preoccupati del benessere dei bambini dovremo preoccuparci anche del benessere dei bambini che sono nati e/o fanno parte di una famiglia omogenitoriale.

Dovremo salvaguardare la loro stabilità emotiva, che deriva dalla famiglia quindi dai genitori.

Pensiamo a come si possano sentire questi bambini che vivono in un ambiente famigliare sicuro e stabile che però può essere spezzato in qualunque momento perché non ci sono leggi che li proteggano. Pensiamo anche al genitore non biologico, che è genitore quanto quello biologico perché ha condiviso con lui/lei la crescita e l’amore per i figli desiderati insieme, che però di fronte alla legge non ha nessun ruolo quindi che in caso di separazione o morte del compagno o compagna non avrebbe nessuna possibilità di vedere o prendersi cura di quei figli che sente suoi. Sono tutte situazioni possibili che mettono a rischio la stabilità affettiva di questi bambini. Tocca alla politica e alle istituzioni garantire leggi che mettano sullo stesso piano dei diritti questi bambini con quelli nati da coppie eterosessuali.

A TUTTI i bambini devono essere garantiti diritti essenziali e inalienabili, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei loro genitori. Nel caso delle famiglie omogenitoriali, questi diritti passano attraverso il riconoscimento dell’unione dei loro genitori e la possibilità per il genitore non biologico di vedersi riconosciuto il rapporto di genitorialità con il proprio figlio attraverso, ad esempio, l’istituto giuridico della cd. stepchild adoption.

Non possiamo limitare il significato di genitorialità alla mera capacità biologica di procreare: genitore non è solo quello che ci ha messo al mondo, ma è soprattutto quello che ti ama, ti cresce, ti protegge e si occupa di te sempre.  E questo ha poco a che vedere con l’orientamento sessuale.

Alessandra Alvarez

Direttivo Arcigay Pavia “Coming-aut”

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