Pavia, 20 maggio 2016
Regione Lombardia ha negato il patrocinio al Pavia Pride 2016. Nella lettera inviata ad Arcigay Pavia “Coming-Aut” si legge che <<l’iniziativa non risulta essere pienamente coerente con gli obiettivi contenuti nei vigenti documenti di programmazione regionale e gli indirizzi dell’Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie>>.
<<Nei vigenti documenti di programmazione si fa più volte riferimento al protocollo d’intesa che Regione Lombardia ha stipulato con UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), che intende promuovere le pari opportunità e la lotta a tutte le discriminazioni, comprese quelle basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere>> commenta Niccolò Angelini, Presidente di Arcigay Pavia “Coming-Aut” <<dunque rimane oscuro che valore abbia, per l’amministrazione regionale, il concetto di coerenza. I dati sull’omotransfobia collocano l’Italia tra i Paesi europei più omofobi: dietro di noi soltanto i paesi dell’ex blocco sovietico. Domandiamo dunque se è coerente prendere le distanze da un evento come il Pavia Pride, che proprio quest’anno è dedicato al coming out e che intende quindi rivolgersi a quella parte di popolazione che più di altre subisce discriminazione e violenza omotransfobica. Nemmeno un mese fa si è verificato l’ultimo di una lunga serie di suicidi di adolescenti per cause di discriminazione per orientamento sessuale: è coerente che la massima istituzione regionale non si faccia carico di una così scioccante emergenza sociale? La comunità lgbti pavese, forte del sostegno delle istituzioni cittadine e di moltissime associazioni del terzo settore, andrà avanti anche senza l’appoggio della nostra regione. Con un rammarico e una consapevolezza in più: sapere che la massima istituzione regionale è lontana anni luce dalla verità sociale che vorrebbe rappresentare e che proprio tale vuoto rende il nostro lavoro quotidiano di promozione dell’eguaglianza ancora più importante. Al Pavia Pride dell’11 giugno saremo in piazza anche per tutti i cittadini lombardi che Regione Lombardia, per espressa coerenza verso non si sa che cosa, continua a considerare indegni di attenzione istituzionale>>.