<<Con la giacca di tweed o con le piume di struzzo: il Pavia Pride è una festa di tutti e per tutti>>
In seguito alla conferenza stampa di giovedì 22 aprile, quando al Mezzabarba è stato presentato il Pavia Pride 2016, non si sono fatti attendere i consueti commenti che alcune parti della destra pavese riservano spesso alla comunità omotransessuale.
Rodolfo Faldini, capogruppo di Pavia per Cattaneo in Consiglio comunale, definisce la manifestazione <<una buffonata>>, dichiarando che <<le priorità della città sono altre>>. Faldini, già noto promotore di conferenze contro il fantomatico gender, probabilmente è convinto che la priorità, per Pavia, sia ascoltare i relatori da lui invitati (e ospitati in una sala che appartiene a tutti cittadini pavesi – compresi quelli omosessuali), i quali hanno spiegato che <<l’Onu e l’Unione Europea stanno tramando un complotto per distruggere la famiglia>>, complotto al quale <<partecipa anche la sig.ra Barbara D’Urso>>. Rivolgiamo a Faldini un appello accorato: provi a cercare sul dizionario tanto la voce “priorità”, quanto la voce “buffonata”.
Nicola Niutta, capogruppo di NDC in Consiglio comunale, disapprova che la Conferenza stampa di presentazione del Pride si sia svolta a Palazzo Mezzabarba. A Niutta, che non spiega le ragioni di questa sua posizione, chiediamo per quale motivo la comunità omotransessuale dovrebbe essere esclusa dagli spazi pubblici e dalle sale comunali e da tutti i luoghi in cui vive la democrazia cittadina.
Anche dal fronte opposto arrivano dichiarazioni quantomeno ambigue: Michele Lissia, vicecapogruppo PD, invita alla sobrietà, auspicando un Pride moderato e ben pettinato.
Niccolò Angelini, Presidente di ArcigayPavia “Coming-Aut”, dichiara: <<Priorità per Pavia, e per ogni città che si voglia definire civile, è che ogni minoranza abbia il diritto di manifestare liberamente, dentro e fuori dal comune, nelle piazze, nelle strade. Il Pavia Pride 2016 è dedicato al tema del coming out, quindi, rispondendo agli insulti omofobi dell’ultima ora, il nostro pensiero va a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi che stanno lottando con se stessi per trovare il proprio spazio di identità e di libertà. Queste dichiarazioni politiche feriscono soprattutto loro.
A chi vorrebbe un Pride sobrio e incravattato, ricordo invece che la comunità omo-transessuale non discrimina sulla base dell’abbigliamento, che la morale della giacca e della cravatta è roba vecchia, falsa e superata: al Pavia Pride saranno benvenute le giacche, le cravatte e anche le piume e i boa di struzzo: sarà una festa di tutti e per tutti>>.