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Elezioni comunali 2024 – le risposte dei Candidati Sindaco

Qualche settimana fa Coming-Aut aveva posto ai cinque Candidati Sindaco di Pavia 9 quesiti circa il loro impegno sui temi LGBTI+ qualora venissero eletti (vedi questo articolo per leggerli). Gli stessi candidati sono stati invitati a discuterne in un momento di confronto con la comunità LGBTI+ pavese lo scorso giovedì 30 maggio alla serata di socializzazione al Caffè Teatro.

Ecco le risposte che ci sono arrivate:

Michele Lissia, candidato di centrosinistra (Pd, M5s, Pavia a Colori, Cittadini per Pavia, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva, Azione, Fare Centro):

Buongiorno, volentieri partecipiamo all’incontro del 30 maggio, durante il quale sarà possibile dialogare sui temi indicati. come potrete comprendere, negli ultimi venti giorni di campagna non è possibile elaborare uno scritto di posizionamento sulle questioni sollevate, ognuna delle quali, per importanza e spessore, anche sotto il profilo giuridico, richiedono un corretto approfondimento.

Grazie e a presto.

Michele Lissia

Francesco Signorelli, candidato per Potere al Popolo:

Gentil*, grazie per il vostro messaggio. Da sempre, come Potere al Popolo, siamo attivi su temi come Genere, Laicità, Diritti e Salute.

Sappiamo che i movimenti e le lotte delle soggettività LGBTQIA+ e femministe hanno permesso di ripensare radicalmente il modo di fare politica. Contro le rivendicazioni di un rigido binarismo naturalistico, sessiste e più in generale discriminatorie sulla base di genere e sesso, riconosciamo che le lotte di queste comunità hanno permesso di impostare in modo diverso le lotte progressiste per tutt*.

Viviamo in un mondo che è ancora patriarcale e binario. Viviamo in uno Stato in cui l’ondata di destra promette di rendere più difficile la vita di chi non comanda secondo la tradizione repressiva reazionaria propria della storia del nostro paese, in cui i fascisti al governo fanno dell’omolesbobitransfobia il proprio vessillo, il segno della propria identità machista violenta (non a caso anche la Presidente del Consiglio nomina se stessa al maschile…). Chi di noi non si rende conto che su queste discriminazioni si basano più sfruttamento, più precarietà, più violenza corporale e psichica nonché minore retribuzione, minori diritti, minori possibilità sociali e individuali per tutte quelle soggettività che non si conformano?!

Gli attacchi alla 194 e la vera e propria persecuzione delle soggettività LGBTQIA+ in nome di una fantomatica famiglia tradizionale, l’assoluta mancanza di volontà di intervenire sulla disparità salariale e di condizioni di lavoro, il discorso pubblico sempre più orientato nel giudicare indistinguibile “vittima” e carnefice nei casi di violenza fisica, psicologica, sessuale, ci riportano quotidianamente alla necessità di agire collettivamente. Per questo, oggi più che mai, ci sembra necessario lottare, produrre riflessione, riempire le piazze per demolire l’idea che i generi, o gli orientamenti e le scelte sessuali, siano vincolati a un elemento biologico, a un “destino” del corpo scritto e immutabile, per contestare sia l’idea che la divisione del lavoro, dei compiti, dei ruoli sarebbero attribuiti una predisposizione, un’inclinazione, di una presunta “natura” sia l’idea che chi è fuori da questi schemi è un “mostro”, non ha diritto a partecipare alla società e alla socialità.

Per questo, è conseguente alla nostra visione e alla nostra azione politica rispondere con un unico e convinto “sì” a tutte le domande che ci avete posto.

In ordine:

  1. È d’accordo alla realizzazione, promozione e finanziamento, in concerto con le associazioni LGBTI+, di un programma educativo da portare negli istituti scolastici fin dalle scuole di prima infanzia per combattere l’omobullismo e le discriminazioni, anche in concerto con le realtà dello Sportello antidiscriminazioni, sul modello di Far Bene per Star bene?

Sì, crediamo sia fondamentale favorire politiche di antidiscriminazione nelle scuole, che abbiano una progettualità formativa, informativa e preventiva, non solo per bambin* e ragazz*, ma anche per i/le professionist* dell’educazione, in ottica di promozione dell’uguaglianza, della diversità e dell’inclusione delle minoranze. Crediamo inoltre che progetti del genere non possano e non debbano essere portati avanti da* sol* professionist* quali educator* e psicolog*, ma anche e soprattutto da associazioni LGBTQIA+ . Fare in modo che la soggettività in costruzione nell’infanzia e in consolidamento nell’adolescenza si basi sull’apertura e la sperimentazione delle diversità piuttosto che sulle finte sicurezze che danno l’esclusione dell’altro e la stigmatizzazione di chi non si conforma ai modelli educativi reazionari parte da qui.

  1. È d’accordo ad aderire come amministrazione comunale alla rete RE.A.DY?

Sì, rappresenterebbe un importante segnale. Inoltre, crediamo fondamentale la creazione di uno spazio di incontro e interscambio per creare buone prassi finalizzate al riconoscimento dei diritti della comunità LGBTIQIA+. Riteniamo poi che questo debba andare ben al di là di un semplice atto formale. Noi lo concepiamo come un impegno costante nel rendere effettivamente la città uno spazio in cui siano riconosciuti tanto i diritti umani quanto i diritti sociali e politici! Il porsi in rete con altre amministrazioni (a diverse scale) può contribuire a creare uno scambio di pratiche e alla loro replica in diversi contesti.

  1. È d’accordo a continuare con la trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme e due papà come ha fatto la sindaca di San Lazzaro di Savena (BO), Isabella Conti?

Troviamo sia un gesto di tutela del* minore, nonché di assoluta civiltà, procedere in tal senso.

  1. È d’accordo a iscrivere nei registri anagrafici l* figl* di due mamme nat* in Italia?

Come nel caso precedente, è questa una possibilità di ampliamento della tutela del* minore. La genitorialità va riconosciuta anche giuridicamente.

  1. È d’accordo ad adottare un regolamento istitutivo della carriera alias per le persone dipendenti del Comune, compreso il personale assunto a tempo determinato, comandato, in stage, servizio civile, in conformità all’articolo 28 del CCNL Funzioni Locali 16.11.2022, così come recentemente avvenuto nel Comune di Milano e, in altre città italiane quali Bologna, Lecce e Messina?

Certamente, richiedere il riconoscimento dell’identità alias all’interno dell’Amministrazione è una misura che promuove e tutela il diritto all’identità di genere. Dovrebbe essere applicato non solo a* dipendent* comunali, ma in tutti i luoghi di lavoro, per migliorare il benessere del personale, garantirne la privacy e il rispetto della dignità. Tra * nostr* militanti pavesi vi è chi si è già impegnato nella stesura di regolamenti per il riconoscimento di identità alias.

  1. È d’accordo a migliorare la condizione delle persone trans attraverso la possibilità che, su richiesta delle persone interessate, l’ufficio anagrafe del Comune di Pavia aggiunga nella carta di identità accanto al nome anagrafico “detto/detta nome scelto” e nei segni particolari “in riassegnazione di genere” secondo la legge 164/82?

Non solo sui documenti di servizio locale, ma anche sulle Carte d’Identità dovrebbe essere data la possibilità di inserire l’identità alias. La legge 164 è di più di 40 anni fa, e sappiamo che ai tempi, per essere riconosciuti, era necessaria la medicalizzazione. Ora, poter godere anche sui documenti di un nome elettivo significa una possibilità in più di vivere i propri diritti. Dato che, secondo il regolamento europeo 2019/1157 dal 2026 potranno essere emesse solo le CIE (carte d’identità elettroniche), noi ci impegniamo a portare l’istanza a livello dell’ANCI così da aprire un dialogo con il Ministero dell’Interno in tal senso.

  1. È d’accordo a rendere tutti i palchi per le manifestazioni pubbliche di proprietà dell’amministrazione comunale accessibili anche per persone con disabilità?

Non solo per le strutture di proprietà del Comune. In generale qualsiasi spazio o servizio dovrebbe essere realizzato in forma accessibile, a vantaggio, in primo luogo, di chi si trova in condizioni di disabilità (anche temporanea), considerando in ogni caso il principio del design for all un elemento positivo per l’intera collettività. È nostra intenzione richiedere questo requisito a qualunque soggetto per qualunque manifestazione.

  1. È d’accordo che Pavia diventi Fast-Track City come già avviene per diverse città in tutto il mondo https://www.fast-trackcities.org/about?

Crediamo fortemente nel progetto e nella necessità che si prenda una serie di impegni per raggiungere gli obiettivi dell’iniziativa: prima di tutto, il finanziamento delle strutture sanitarie locali per garantire un efficace monitoraggio, per arrivare alla costruzione di progetti di psicoeducazione che eliminino lo stigma HIV correlato. Per quanto attiene alle competenze non dirette dell’amministrazione comunale esistono poi anche possibilità di creazione ed apertura di spazi di voice per veicolare le richieste del territorio e de* su* cittadin*.

  1. È d’accordo a promuovere il turismo inclusivo anche per le persone LGBTI+, realizzabile attraverso convenzioni con gli esercenti turistico-commerciali del territorio?

È necessario realizzare una mappatura de* esercenti LGBTQIA+ friendly per rendere l’esperienza di muoversi e viaggiare a Pavia più sicura e accogliente possibile. Viaggiare non deve essere l’ennesimo fattore discriminatorio e stressogeno per le persone LGBTQIA+. Non solo il turismo, ma l’intero settore dell’accoglienza e intrattenimento possono fare di più per l’inclusione della popolazione LGBTQIA+, ed a questo noi intendiamo prestare sicuramente l’attenzione dovuta. Come è stato fatto per altre forme di discriminazione, ad esempio nel caso dell’accessibilità, si tratta di un cambiamento di paradigma e culturale, che può essere incentivato, in collaborazione con l’utenza, co-progettando iniziative dedicate.

Ringraziandovi per il tempo che ci avete dedicato e per l’invito del 30 Maggio, a cui purtroppo non potremo partecipare per impegni elettorali precedentemente fissati, vi auguriamo una buona giornata.

Francesco Signorelli

Potere al Popolo

Paolo Walter Cattaneo, candidato per Rifondazione Comunista:

Gentili amici,

ecco le risposte, sebbene incomplete e in ritardo.

Sarò presente giovedì 30 maggio alle ore 22.00 presso il Caffè Teatro di Pavia.

Dr. Paolo Walter Cattaneo

Gran parte dei punti citati non è mai stata discussa nella mia lista ed infatti non abbiamo preso posizione nel programma.

Quello che dico è strettamente personale e non coinvolge nè la mia lista nè il mio partito.

1. E’ d’accordo alla realizzazione, promozione e finanziamento, in concerto con le associazioni LGBTI+, di un programma educativo da portare negli istituti scolastici fin dalle scuole di prima infanzia per combattere l’omobullismo e le discriminazioni, anche in concerto con le realtà dello Sportello antidiscriminazioni, sul modello di Far Bene per Star bene?

L’educazione nelle scuole la fanno le maestre. Se hanno bisogno sta a loro chiedere interventi esterni. Non deve passare l’idea che ogni associazione possa portare contributi non richiesti. Su alcune questioni può essere richiesto il contradditorio.

2. E’ d’accordo ad aderire come amministrazione comunale alla rete R.E.A.D.Y.?

Sono d’accordo a mettere in campo tutte le azioni necessarie per prevenire discriminazioni di ogni tipo. Non conosco però quali siano le iniziative della rete. Mi riservei di valutarle nel dettaglio e se condivisibili di adottarle.

3. E’ d’accordo a continuare con la trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme e due papà come ha fatto la sindaca di San Lazzaro di Savena (BO), Isabella Conti?

La cosa deve essere normata a livello nazionale e non dai singolo Sindaci. Nel caso di due uomini (che non possono essere entrambi padri) significa gravidanza surrogata che è un reato molto grave e che non può in alcun modo essere avallato.

4. E’ d’accordo a iscrivere nei registri anagrafici l* figl* di due mamme nat* in Italia?

Vedere punto precedente. Il termine due mamme è molto ingannevole, una è la mamma biologica, assegnare altri genitori per via amministrativa richiede un passaggio come l’adozione.

5. E’ d’accordo ad adottare un regolamento istitutivo della carriera alias per le persone dipendenti del Comune, compreso il personale assunto a tempo determinato, comandato, in stage, servizio civile, in conformità all’articolo 28 del CCNL Funzioni Locali 16.11.2022, così come recentemente avvenuto nel Comune di Milano e, in altre città italiane quali Bologna, Lecce e Messina?

Non conosco i dettagli dei regolamenti. Mi riservo di pensarci. Non deve però passare l’idea che il sesso sia autodeterminato.

6. E’ d’accordo a migliorare la condizione delle persone trans attraverso la possibilità che, su richiesta delle persone interessate, l’ufficio anagrafe del Comune di Pavia aggiunga nella carta di identità accanto al nome anagrafico “detto/detta nome scelto” e nei segni particolari “in riassegnazione di genere” secondo la legge 164/82?

Sul secondo punto sì, sul primo non so, non deve passare l’idea che il sesso sia autodeterminato.

7. E’ d’accordo a rendere tutti i palchi per le manifestazioni pubbliche di proprietà dell’amministrazione comunale accessibili anche per persone con disabilità?

Certamente, pensavo che lo fossero già ma se non lo sono vanno adattati.

8. E’ d’accordo che Pavia diventi Fast-Track City come già avviene per diverse città in tutto il mondo https://www.fast-trackcities.org/about [www.fast-trackcities.org]?

Certamente. La tutela della salute pubblica è da sempre in cima ai nostri programmi.

9. E’ d’accordo a promuovere il turismo inclusivo anche per le persone LGBTI+, realizzabile attraverso convenzioni con gli esercenti turistico-commerciali del territorio?

Sinceramente non ho capito la domanda. Quale è la richiesta?

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