BULLISMO
La scuola è un ambiente protetto che educa bambini e ragazzi non solo all’acquisizione di strategie di apprendimento, ma anche alla relazione positiva con l’altro e all’interiorizzazione delle regole sociali. Durante la preadolescenza, fase di rapidi cambiamenti fisici e psicologici e di faticose richieste di adattamento, il contesto sociale diventa un punto di riferimento fondamentale per riconoscere un proprio gruppo di appartenenza e costruirsi un’identità sociale positiva [1]. Chi si ritrova ad interagire con un ambiente ostile e svalutante ha maggiori probabilità di sviluppare un’immagine sociale inadeguata di sé e manifestare forme di disagio psicosociale legate al “minority stress” (Meyer, 2003).
Nel caso del bullismo omo-bi-transfobico, il più delle volte la vittima è sola di fronte alle violenze verbali, fisiche e psicologiche dirette alla sua presunta omo-bi-transsessualità, non ha la possibilità di contare su un gruppo pronto a difenderla dagli attacchi e a restituirle un’immagine positiva della propria identità. L’esclusione sociale e i sentimenti di inadeguatezza aumentano il rischio di sviluppare disturbi d’ansia e depressione, e talvolta possono anche portare a gesti estremi. Le ricerche dimostrano che i giovani non eterosessuali hanno un rischio aumentato di ricorrere all’uso di sostanze stupefacenti (Marshal te al., 2008) e al tentato suicidio (Remafedi, 1991) rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Inoltre, considerando i recenti fatti di cronaca, in più casi i giovani che sono arrivati al suicidio hanno lasciato messaggi espliciti sulla loro disperazione legata al non sentirsi accettati in quanto omosessuali.
Gli studenti e le studentesse LGBTI+, inoltre, in quanto adolescenti appartenenti alle minoranze sessuali, hanno un rischio di suicidio e di comportamenti pericolosi per la vita più elevato rispetto ai loro coetanei[2]. Gli adolescenti appartenenti al gruppo complessivo delle minoranze sessuali mostrano un tasso di rischio di suicidio (OR[3]=3.50) superiore alle tre volte e mezzo rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Gli adolescenti transgender sembrano i più afflitti dal fenomeno (OR=5.77), seguiti dai bisessuali (OR=4.87) e dagli omosessuali (OR=3.71). Tra i fattori di rischio più noti per suicidio vi sono vanno annoverate depressione ed essere vittime di bullismo. Anche se le sue radici affondano nell’infanzia, l’identità sessuale (comprendente orientamento sessuale e identità di genere) si esprime pienamente durante l’adolescenza, soprattutto a causa dell’inizio del desiderio sessuale. Gli adolescenti omosessuali, bisessuali e transgender sono generalmente a più alto rischio di isolamento, esposizione alla violenza, e stigmatizzazione, sia autoinflitta che inflitta da pari o familiari[4].
Il bullismo di stampo omo-bi-transfobico nei confronti dei giovani LGBTI+ ha dimostrato d’essere uno dei principali fattori che contribuiscono a molti suicidi[5]
Si rivelano dunque necessari gli interventi di prevenzione contro il bullismo omo-bi-transfobico e il cyberbullismo organizzati da Coming-Aut nell’ambiente educativo della scuola a partire dalla scuola primaria, per favorire la presenza di un contesto sociale sereno ed equilibrato che promuova relazioni positive e offra spazio all’affermazione di diverse identità possibili in cui riconoscersi.
Alla luce di numerosi atti di bullismo di stampo omo-bi-transfobico perpetuati tra i banchi di scuola che vengono segnalati alla nostra associazione e che abbiamo pubblicamente denunciato (come il caso avvenuto all’interno del liceo classico di Pavia “U. Foscolo”, in cui è intervenuto l’UNAR, abbiamo riscontrato la sempre più urgente necessità di svolgere le nostre lezioni come risposta a questo tipo di emergenza sociale che colpisce molte giovani vite.
Gli interventi del gruppo scuola sono realizzati grazie alla collaborazione del Comune di Pavia che ha svolto l’importante ruolo di coinvolgimento e pubblicizzazione le nostre lezioni nelle scuole elementari, medie e superiori di tutta la provincia pavese inserite nel progetto “Far bene per stare bene” a cura delle associazioni afferenti allo Sportello Antidiscriminazioni e del concorso “Il rispetto dell’altro a.s. 2019/2020”.
[1] Teoria dell’identità sociale, Tajfel e Turner, 1979.
[2] E. Di Giacomo, M. Krausz, F. Colmegna, F. Aspesi; M. Clerici, 2018, Estimating the risk of attempted suicide among sexual minority youths, A Systematic Review and Meta-analysis, JAMA Pediatrics e
[3] L’odds ratio (OR) o rapporto di probabilità è un dato statistico che misura il grado di correlazione tra due fattori. Il calcolo dell’odds ratio prevede il confronto tra le frequenze di comparsa dell’evento rispettivamente nei soggetti esposti e in quelli non esposti al fattore di rischio in studio.
[4] Ketchen Lipson S., Raifman J., Abelson S., Reisner S. L. (2019), Gender Minority Mental Health in the U.S.: Results of a National Survey on College Campuses, in American Journal of Preventive Medicine; pp. 293−301
Curtis D. Proctor e Victor K. Groze, Risk Factors for Suicide among Gay, Lesbian, and Bisexual Youths, in Social Work, vol. 39, nº 5, 1994, pp. 504–513, DOI:10.1093/sw/39.5.504.
Gary Remafedi, James A. Farrow e Robert W. Deisher, Risk Factors for Attempted Suicide in Gay and Bisexual Youth, in Pediatrics, vol. 87, nº 6, 1991, pp. 869–875.
Stephen T. Russell e Kara Joyner, Adolescent Sexual Orientation and Suicide Risk: Evidence From a National Study, in American Journal of Public Health, vol. 91, nº 8, 2001, pp. 1276–1281.
[5] Ritch C Savin-Williams, Verbal and physical abuse as stressors in the lives of lesbian, gay male, and bisexual youths: Associations with school problems, running away, substance abuse, prostitution, and suicide, in Journal of Consulting and Clinical Psychology, vol. 62, nº 2, 1994, pp. 261–269