Famiglie e cattolici alla manifestazione silenziosa per le nozze uomo-donna. Gli attivisti contro le discriminazioni seduti davanti a loro in segno di protesta.
PAVIA. Un corteo da piazzale Ghinaglia a piazza Botta coi colori dell’arcobaleno e i tamburi organizzato da Arcigay Pavia per dire che «l’amore non è una malattia», per chiedere diritti ancora negati, per una legge contro l’omofobia estendendo la legge Mancino contro le discriminazioni razziali anche a chi è omosessuale. In piazza della Vittoria duecento “Sentinelle in piedi” in file ordinate, con in mano un libro in difesa della libertà di pensiero e della famiglia naturale e dire no al matrimonio tra persone dello stesso sesso, alla fecondazione eterologa, al divorzio breve, alle trascrizioni dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero approvata in consiglio comunale a Pavia nei giorni scorsi. Alla fine i manifestanti si sono incontrati: gli attivisti con le magliette “Alcune persone sono gay, fatevene una ragione” hanno camminato tra i manifestanti silenziosi dell’ala cattolica. E dopo qualche timida provocazione (note di Renato Zero canticchiate) si sono seduti. In silenzio, davanti alle Sentinelle.
«Siamo qui per denunciare che la libertà d’espressione è sotto attacco, la famiglia è sotto attacco, la dignità stessa dell’uomo – legge Filippo Cavazza, portavoce delle Sentinelle a Pavia, ex presidente di Apolf e volontario dell’associazionismo cattolico – . Il tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione di una bambina da parte della compagna della mamma, primo caso in Italia di adozione da parte di coppie omosessuali. Nel frattempo la magistratura ha aperto la via alla fecondazione eterologa, che dà la possibilità alle coppie di persone dello stesso sesso di “produrre” un bambino. Il Governo annuncia un progetto di legge sulle unioni civili equiparate al matrimonio in tutto, adozione compresa. Dirsi contrari a tutto questo è considerato «omofobia», e potrebbe trasformarsi in reato».
Tra le Sentinelle in piedi anche l’ex consigliere di destra Francesco Irianni, gli ex assessori Sandro Assanelli e Rodolfo Faldini. «Il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è nell’ordine naturale delle cose – spiega Assanelli – Chi vuole vivere la propria affettività ha diritto di farlo, mai discriminare. Ma matrimonio è unione tra uomo e donna davanti a un ufficiale pubblico che crea una famiglia e genera figli». «Io difendo una cosa bella, sancita dalla costituzione, che è la famiglia – spiega Cavazza – utile a mantenere l’equilibrio tra generazioni, nella cura degli anziani e dei figli».
Non usa giri di parole Giuseppe Polizzi, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle e fondatore di Arcigay Pavia: «Le Sentinelle sono un movimento ideologico che cerca di fare proselitismo nella negazione dei diritti». E Niccolò Angelini, presidente di Arcigay Pavia, aggiunge: «Teniamo alta l’attenzione versochi pensa che l’omosessualità sia una malattia. Chiediamo che la legge che punisce i crimini d’odio e di istigazione alla violenza contro donne, disabili e stranieri venga estesa a lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali». Lo dice durante il corteo che raggiunge il Ponte Coperto e si snoda lungo Strada Nuova. In Corso Cavour i manifestanti si siedono a terra, ascoltano Angelini che ricorda che «l’omofobia non è un’opinione, ma violenza verbale e fisica che uccide». Gli applausi quasi coprono il suono dei tamburi e dei fischietti, dietro a quei sorrisi a volte ci sono vittime di omobullismo che ora, in numero crescente, dice Luca Contardi, vicepresidente Arcigay, trovano il coraggio di denunciare: «Anche l’Università – sottolinea Alessandra Alvarez, presidente di Universigay – ha preso atto dei casi di omofobia e sta creando un nuovo organo di vigilanza».
06 ottobre 2014
Fonte: La Provincia Pavese