Le testimonianze di due ragazzi omosessuali che decidono di raccontarsi
Angelini (Arcigay): “L’omofobia è il secondo motivo di suicidio tra i giovani”
Diversi da chi? La storia di “Marco” e “Filippo”
Uguale e diverso sono forse due facce di una stessa medaglia; la differenza è infatti quella distanza inevitabile che separa un soggetto da un altro, eppure, quando questa diventa etichetta trasforma termini relativi in concetti assoluti, issando così la bandiera della distanza. Di recente la Provincia di Pavia si propone come meta turistica gayfriendly: E’ più che altro un sogno che deve riversarsi nel concreto coming out commenta Niccolò Angelini, Presidente di Arcygay che prosegue: sono ancora molti gli episodi di omofobia in provincia ed il pregiudizio insiste, fortunatamente anche tra i più giovani. Credo che ci sia ancora molto da fare anche e soprattutto dal punto di vista culturale. A livello pratico abbiamo inoltrato ai Comuni una serie di proposte: da una mozione contro l’omofobia, ad un registro per le coppie di fatto, sull’esempio di Cava Manara e Torre d’Isola. Dopo dieci anni di attivismo qualcosa si sta muovendo, ma sono ancora molte le richieste di aiuto e supporto che ci vengono inoltrate; molti rimangono nell’ombra e su biscono in silenzio episodi di bullismo. Anche per questo abbiamo avviato un progetto nelle scuole medie “Star bene per stare bene”, proprio per analizzare insieme ai ragazzi i problemi e le difficoltà cui una persona va incontro”.
Al di là e oltre le parole, c’è però la vita reale che solo la voce del vissuto può raccontare. Marco, nome di fantasia, 32 anni, ripercorre con le parole un percorso ricco di osta coli: “Diciamo che ho realizzato di essere omosessuale attorno ai 25 anni; non è stato facile ammetterlo, nemmeno a me stesso. La prima persona con cui mi sono confidato è una mia amica, la mia famiglia l’ha scoperto molto dopo, da circa
sei mesi. Mia mamma l’ha presa molto male, ancora adesso non accetta del tutto la situazione”. Ha mai avvertito la sua natura come una colpa? “No, mai, ma sicuramente non è piacevole lasensazione di deludere le aspetta tive di un genitore. Molti omosessuali preferiscono non dichiararsi e se operano questa scelta è perpaura; diversi tra amici e cono scenti conducono una doppia vita, ma io ho scelto di andare in dire zione contraria. L’ho detto anchesul lavoro; non ho subito discrimi nazioni e questa è già una fortuna, non tutti possono concedersi il lusso della verità”.Lei ha una relazione stabile da diverso tempo, ma sa a priori che non potrà sposarsi, si sente un cittadino di serie B? “Nonamo le crociate, ma credo che l’amore sia uguale e che l’estensione di un diritto non tolga valore al diritto stesso”.Mai stato vittima di episodi di omofobia? “Qualche volta; diciamo che io e il mio compagno abbiamo scelto di vivere il nostroamore alla luce del sole, nel ri spetto degli altri ovviamente, ma non tutti riescono ad accettarlo. Se ad esempio camminiamo manonella mano, anche laddove le pa role tacciono, lo sguardo dei passanti è pronto a giudicare”. Filippo, nome anche questo di fantasia, di anni ne ha invece 25: “Non c’è un momento preciso in cui ho scoperto di essere omoses suale, i primi dubbi forse allemedie, ma solo attorno ai 18 anni ho scelto di dirlo. Le prime persone a cui l’ho raccontato sono state i miei genitori, ma in questocaso hanno avuto solo la conferma di ciò che già sapevano”.
Rispetto a chi vive in città es sere omosessuale in una realtàpiù contenuta è più difficile? “Credo dipenda molto dal contesto, ma sicuramente qualche dif ficoltà in più c’è” .Ha mai subito la discrimina zione a scuole o sul lavoro? “Al lavoro nessuno lo sa, preferisco vivere la vita a compartimenti stagni. Durante l’ultimo anno di liceo qualche episodio c’è stato, figlio però più del sospetto che non della certezza. Molti miei coetanei continuano ad ignorare la propria na tura sacrificando la felicità in nome di un conformismo sterile e trovo che questo sia molto triste”.Si è mai sentito diverso? “Non tanto come individuo, ma come cittadino”. Pensa che la sua vita sarebbepiù facile se fosse eterosessuale? “Penso che non sarebbe la mia vita”.
MARTINA PASOTTI
FONTE: http://www.giornaleilpuntopavese.com/wp-content/uploads/2014/01/ilpunto_20gensmall.pdf