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Report del progetto nelle scuole medie all’interno dell’iniziativa “FAR BENE PER STAR BENE 2015”

Report del progetto nelle scuole medie all’interno dell’iniziativa “FAR BENE PER STAR BENE 2015” 

 

Titolo delle lezioni a cura di Arcigay Pavia “Coming-aut”:

“Omobullismo e discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”

Introduzione:

La scuola é un ambiente protetto che educa bambini e ragazzi non solo all’acquisizione di strategie di apprendimento, ma anche alla relazione positiva con l’altro e all’interiorizzazione delle regole sociali. Durante la preadolescenza, fase di rapidi cambiamenti fisici e psicologici e di faticose richieste di adattamento, il contesto sociale diventa un punto di riferimento fondamentale per riconoscere un proprio gruppo di appartenenza e costruirsi un’identità sociale positiva (Teoria dell’identità sociale, Tajfel e Turner, 1979). Chi si ritrova ad interagire con un ambiente ostile e svalutante ha maggiori probabilità di sviluppare un’immagine sociale inadeguata di sé e manifestare forme di disagio psicosociale legate al “minority stress” (Meyer, 2003).

Nel caso dell’omobullismo, il più delle volte la vittima é sola di fronte alle violenze verbali, fisiche e psicologiche dirette alla sua presunta omosessualità, non ha la possibilità di contare su un gruppo pronto a difenderla dagli attacchi e a restituirle un’immagine positiva della propria identità. L’esclusione sociale e i sentimenti di inadeguatezza aumentano il rischio di sviluppare disturbi d’ansia e depressione, e talvolta possono anche portare a gesti estremi. Le ricerche dimostrano che i giovani non eterosessuali hanno un rischio aumentato di ricorrere all’uso di sostanze stupefacenti (Marshal te al., 2008) e al tentato suicidio (Remafedi, 1991) rispetto ai loro coetanei eterosessuali. Inoltre, considerando i recenti fatti di cronaca, in più casi i giovani che sono arrivati al suicidio hanno lasciato messaggi espliciti sulla loro disperazione legata al non sentirsi accettati in quanto omosessuali.

In letteratura la psicologia sociale descrive la naturale tendenza a sopravvalutare il proprio gruppo di appartenenza e a svalutare il gruppo esterno (Teoria del conflitto realistico, Sherif et al., 1966), e propone interventi che da un lato promuovono il riconoscimento di un’appartenenza comune, attraverso l’accentuazione delle caratteristiche condivise da tutti gli individui (Paradigma di Gaertner e Dovidio, 2000), e dall’altro rinforzano la differenziazione tra i gruppi, per evitare la percezione di una minaccia alla propria distintivitá personale e la conseguente ostilità nei confronti di chi é diverso (Jetten, Spears e Postmes, 2004). Inoltre, recenti studi sull’adattamento alla diversità sociale e culturale (Modello dell’adattamento cognitivo all’esperienza della diversità, Crisp e Turner, 2011) evidenziano che il riconoscimento di più categorie sociali diverse (Hall e Crisp, 2005) favorisce l’acquisizione di una prospettiva che coglie l’individuo nella sua complessità, dunque impedisce l’uso di generalizzazioni attenuando così il ricorso agli stereotipi nell’incontro con l’altro. É dimostrato che la modificazione delle aspettative stereotipiche favorisce una maggiore tolleranza della diversità nelle relazioni sociali e un miglioramento delle abilità cognitive personali in termini di flessibilità e adattamento alla complessità.

In conclusione, si rivela necessario organizzare interventi di prevenzione contro il bullismo omofobico nell’ambiente educativo della scuola, per favorire la presenza di un contesto sociale sereno ed equilibrato che promuova relazioni positive e offra spazio all’affermazione di diverse identità possibili in cui riconoscersi.

 

Il progetto 

Obiettivo:

Il progetto “Far bene per star bene” gestito dallo Sportello Antidiscriminazioni del Comune di Pavia, giunto alla sua seconda edizione, nasce dalla necessità di contrastare un fenomeno sempre più diffuso nelle scuole, il bullismo e, nello specifico, l’omobullismo. L’idea del progetto nasce infatti a seguito della notizia di una incresciosa situazione accaduta in una scuola media pavese: un ragazzo a causa delle vessazioni omofobe era stato costretto a cambiare scuola. Episodi di questo genere all’interno delle scuole medie e superiori di Pavia e provincia erano già stati segnalati negli anni passati alla nostra associazione.

L’obiettivo delle nostre lezioni all’interno del progetto “Far bene per star bene” è stato quello di educare alle diversità attraverso delle interazioni che stimolassero la riflessione nei ragazzi rispetto alle tematiche trattate, si è cercato inoltre di riconoscere e sviluppare le emozioni e l’empatia nelle dinamiche di gruppo. Spesso sono stati usati giochi ed attività che coinvolgevano direttamente gli studenti, come il “role playing”, per rendere le lezioni più partecipate e adatte all’età dei ragazzi.

Materiale utilizzato per le lezioni, bibliografia:

– Parole di omosessualità a scuola (riflessioni e attività per le scuole secondarie) di Antonella Montano e Elda Andriola.

– Opuscolo “Zaino in spalla” redatto dal gruppo scuole di Arcigay Nazionale (reperibile dal sito di Arcigay nazionale).

– Manuale per operatori “Compiti a casa” redatto dal gruppo scuole di Arcigay nazionale (reperibile da sito di Arcigay nazionale).

– Libretto UNAR “Educare alla diversità a scuola” per la scuola secondaria di primo grado.

– Uso del “Genderbread” tratto dal libro “The social justice advocate’s handbook, a guide to gender” di Sean Killermann.

– L’identità sessuale a scuola: educare alla diversità e prevenire l’omofobia di Federico Batini e Barbara Santoni.

– Graglia M. (2011), “Il counseling con gli adolescenti non eterosessuali in difficoltà”, Rivista di sessuologia, 35 (1), pp. 41-47

– Moscatelli S., Rubini M.,”Inclusività dell’identità sociale ed integrazione fra gruppi”, incontro tematico “Spazi interculturali, trame, percorsi, incontri” (2008), Associazione Italiana di Psicologia, disponibile all’indirizzo http://www.aipass.org/paper/moscatelli.pdf

Formazione degli operatori:

Gli operatori, volontari del “gruppo scuola” di Arcigay Pavia “Coming-aut”, hanno seguito un corso di formazione gestito dall’associazione tenuto dai volontari più esperti che avevano seguito a loro volta corsi di formazione gestiti da Arcigay nazionale e dalla Psicologa in formazione dott.ssa Sara Bosatra. Il corso di più di 15 ore, mirava a preparare al meglio i volontari fornendo loro informazioni, definizioni, nozioni di tecnica psicologica adeguate agli studenti delle scuole medie inferiori. Molte ore sono state utilizzate per simulazioni delle singole lezioni e delle possibili risposte dei ragazzi.

Responsabili e volontari:

– Niccolò Angelini e Alessandra Alvarez responsabili per Arcigay Pavia “Coming-aut”

– Dott.ssa Sara Bosatra Psicologia in formazione.

– I volontari che hanno partecipato attivamente al progetto erano da 2 a 4 per lezione

Struttura delle lezioni:

Il progetto prevedeva cinque incontri di due ore scolastiche per ogni incontro. La scuola che ha scelto la nostra associazione per il progetto “Omobullismo e discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere” è stata la scuola media Casorati di Pavia, classe 3B, composta da 26 alunni. Ogni lezione trattava un tema specifico, precedentemente concordato con i formatori e valutato di volta in volta dalla psicologa; l’organizzazione delle lezioni dipendevano del lavoro svolto e dal feedback ricevuto dai ragazzi nella lezione precedente.

Svolgimento del progetto:

– PRIMO INCONTRO:

1) La classe è disposta in cerchio per creare un clima di parità tra operatori e alunni. Ad ognuno dei ragazzi, degli operatori e degli insegnanti è chiesto di presentarsi e dire qualcosa di sé per conoscersi meglio (ad esempio “cosa si vuole fare da grandi”);

2) 15 min sono dedicati alla presentazione del progetto e di Arcigay Pavia “Coming-aut”;

3) Utilizzando il disegno del Gender Bread (ispirato a un biscotto di pan di zenzero), uno schema riconoscibile dai ragazzi perché ricorda un personaggio di un film di animazione molto noto. Si cominciano a spiegare concetti quali orientamento sessuale, identità di genere e sesso biologico. Per rendere più coinvolti i ragazzi, si chiede a qualcuno di loro di disegnare il Gender Bread. Alla fine della spiegazione si pone alla classe una domanda di controllo per capire se i ragazzi avevano colto tutte le definizioni.

4) Si introducono i concetti di COMING OUT e OUTING.

5) TESTIMONIANZA: per chiarire ulteriormente le definizioni date, uno dei volontari condivide con i ragazzi la sua esperienza personale, che consiste nel raccontare la propria storia di coming out, facendo dei focus sul rapporto con la famiglia e con gli amici prima e dopo il coming out. Particolare attenzione è volta su possibili atti di bullismo subiti dal volontario per creare un legame empatico con i ragazzi.

6) Si approfondisce la tematica del rapporto tra genitori e figli usando con il confronto tra i rapporti parentali dei ragazzi e quello delle persone omosessuali ragionando insieme su differenze e difficoltà.

 

– SECONDO INCONTRO:

1) I primi 10 minuti sono dedicati alla ricapitolazione a cura della classe dei temi affrontati nella precedente lezione

2) Gioco sui supereroi: ai ragazzi viene chiesto di pensare di essere un supereroe e di poter scegliere un superpotere. Questa attività di “ice-breaking” è per mettere a proprio agio la classe ed è altresì utilizzata come spunto di ragionamento sul ruolo del supereroe come una metafora utile quando si affronterà il tema del bullismo.

3) BULLISMO: ai ragazzi viene fornito un percorso conoscitivo dei diversi aspetti e personaggi/protagonisti del fenomeno del bullismo.

1) Definizione di bullismo

2) Identificazione dei personaggi/protagonisti (bullo, bersaglio, pubblico)

3) Tipi di bullismo (psicologico e fisico)

4) Tipi di risposta che può dare il bersaglio al bullo (risposta violenta, risposta passiva, risposta assertiva e richiesta di aiuto con focus sull’importanza del denunciare e chiedere aiuto ali adulti)

5) Tipi di pubblico (neutro negativo, negativo e positivo con approfondimento focus sulla importanza dell’aspetto e dei risvolti psicologici del pubblico positivo)

4) GIOCO: vengono lette storie di bullismo e viene chiesto ai ragazzi di identificare i personaggi e le emozioni presenti.

5) Omobullismo: partendo dall’analisi del fenomeno generale del bullismo, i ragazzi vengono invitati a ragionare sulle ulteriori difficoltà che incontrano le persone omosessuali che subisco bullismo.

6) Cybertbullismo: la classe si interroga sulle differenze tra bullismo diretto e quello attuato attraverso la rete, con particolare attenzione ai pericoli che si celano sui social network. Vengono forniti gli strumenti per ragionare sul corretto utilizzo dei social network e dell’importanza della tutela della propria privacy.

 

– TERZO INCONTRO:

1) I primi 10 minuti sono dedicati alla ricapitolazione a cura della classe dei temi affrontati nella precedente lezione

2) Si approfondisce il tema della risposta assertiva attraverso il ragionamento dei ragazzi sul rapporto che intercorre tra il bersaglio, il bullo e il pubblico; la classe è invitata a ragionare sugli strumenti per combattere il bullismo, sottolineando il ruolo sociale e le responsabilità del pubblico positivo. Vengono fornite ai ragazzi le 5 caratteristiche essenziali risposta asertiva.

3) Role-playing: per rafforzare la definizione di risposta assertiva viene proposto ai ragazzi un gioco di immedesimazione partendo da un episodio di bullismo in cui viene creato di volta in volta un copione insieme ai ragazzi, evidenziando l’importanza della risposta assertiva e del pubblico positivo. Ai ragazzi viene chiesto di essere i protagonisti della “scenetta” interpretando i diversi ruoli e personaggi.

4) Momento di feedback: la classe esprime la propria opinione sulle emozioni e difficoltà provate a immedesimarsi nei diversi personaggi del bullismo.

 

– QUARTO INCONTRO:

1) I primi 10 minuti sono dedicati alla ricapitolazione a cura della classe dei temi affrontati nella precedente lezione

2) Gioco di ice breaking: viene chiesto ai ragazzi, ai volontari e agli insegnanti quali sono i personaggi famosi che vedono come modelli positivi.

3) Gioco dei personaggi famosi: vengono mostrate delle fotografie di personaggi famosi e alcune informazioni per ogni soggetto ritratto, si chiede alla classe cosa accumuna tutti i personaggi. Si approfondisce l’importanza dell’esempio positivo negli adolescenti anche attraverso la presentazione del progetto le “Cose cambiano”.

4) Gioco degli stereotipi: ai ragazzi viene chiesto di pensare a tutti gli stereotipi di cui sono vittime le persone della comunità LGBTI, la classe è chiamata a confrontarsi e riflettere insieme ai volontari sulla matrice e natura del pregiudizi.

 

– QUINTO INCONTRO:

1) I primi 10 minuti sono dedicati alla ricapitolazione a cura della classe dei temi affrontati nella precedente lezione.

2) Si invita ogni studente a pensare ad una storia per il video finale del progetto ripercorrendo i temi affrontati durante tutto il ciclo di lezioni.

3) Restituzione: ai ragazzi viene chiesto un feedback sul progetto, alla classe sono poste alcune domande (come si sono trovati duranti gli incontri, quale argomento o attività hanno apprezzato di più e quale non hanno apprezzato, una parola che li colpiti). Viene data la possibilità di porre delle domande ai volontari. I volontari a loro volta condividono con la classe quanto vissuto durante il percorso.

Conclusioni:

Il progetto affrontato quest’anno ci ha appassionato fin da subito, sia perché i ragazzi si sono dimostrati fin da dubito entusiasti e partecipi sia perché le loro insegnati sono state molto disponibili e incoraggianti.

A ogni incontro abbiamo avuto un feedback positivo, sia per le definizioni date sia per quanto riguarda le attività proposte, la classe ha particolarmente apprezzato il gioco del role-playing, in cui tutti hanno potuto interpretare diversi ruoli e avere una prospettiva diversa dei personaggi protagonisti di episodi di bullismo.

Siamo stati piacevolmente colpiti dalla grande empatia e perspicacia della classe, i ragazzi hanno colto tutte le sfumature dei nostri insegnamenti declinandole in ragionamenti molto profondi che hanno portato alla stesura del copione per il video finale.

Riteniamo però che ci sia un forte bisogno di infondere in questi ragazzi un’educazione alle diversità per mezzo dell’empatia; ma anche di insegnare loro l’importanza di denunciare questi fatti agli adulti e soprattutto insegnare loro ad essere un pubblico positivo in grado di dare un sostegno emotivo al bersaglio del bullismo.

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