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Proposte programmatiche per una #LombardiaArcobaleno

In vista delle Elezioni Regionali del 12 e 13 febbraio 2023 si chiede ai candidati alla Presidenza e ai candidati in Consiglio regionale di farsi carico di adottare i seguenti punti programmatici all’interno dei rispettivi programmi elettorali affinché il nuovo Consiglio regionale possa intraprendere un percorso di apertura sui temi dei diritti delle persone LGBTQIA+ che finora è stato negato.

1. UNA LEGGE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI PER ORIENTAMENTO SESSUALE, IDENTITÀ DI GENERE O CONDIZIONE INTERSESSUALE

a) Intende adoperarsi perché anche la Lombardia adotti una legge che tuteli efficacemente le persone dalle discriminazioni per orientamento sessuale, identità di genere o condizione intersessuale a partire dall’attuale testo PDL 109 (Nanni)?

Nonostante l’inazione del Parlamento diverse Regioni in questi anni si sono dotate di leggi regionali su contro le discriminazioni in ragione dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere o di una condizione intersessuale.

Una buona legge regionale dovrebbe efficacemente tutelare le persone dalle discriminazioni, impegnando la Regione a perseguire politiche attive in ambito:

● lavorativo, attraverso politiche di formazione del personale in tutti gli ambiti dell’Amministrazione regionale e con l’adozione di politiche in favore delle persone discriminate (come l’accompagnamento nell’individuazione di percorsi di formazione e inserimento lavorativo adeguati) e un’azione di sensibilizzazione delle imprese nel territorio regionale;

● scolastico, con la promozione di attività di formazione per insegnanti, studenti e personale scolastico, il sostegno di quelle promosse dagli studenti o dai singoli Istituti e l’erogazione di un servizio di supporto psicologico e di counselling gratuito per gli studenti e le studentesse vittima di discriminazione o violenza;

● sociale, attraverso la protezione, sostegno e accoglienza delle vittime di discriminazione o violenza in ragione dell’orientamento sessuale, identità di genere o condizione intersessuale, anche costituendosi Parte Civile negli eventuali procedimenti per reati commessi nei loro confronti, e con l’istituzione di un Tavolo tecnico che raccolga e valuti le buone prassi create nel settore Pubblico e in quello Privato e i dati annui sui casi di discriminazione occorsi negli ambiti della vita sociale delle persone nella Regione, con la redazione di relazioni annuali, operando per dare attuazione massima efficacia alle norme regionali in materia.

● sanitario, attraverso la formazione del personale sanitario e la definizione di linee guide atte a prevenire ogni forma di discriminazione nell’accesso ai servizi sanitari, in particolar modo nei confronti delle persone LGBTQ+.

2. LA LOMBARDIA E I SUOI PRIDE

a) È favorevole a concedere il patrocinio regionale al Milano Pride e ai Pride lombardi?

b) Intende partecipare personalmente alla parata del Milano Pride in veste di Presidente della Regione (o Consigliere regionale)?

c) È disponibile a lavorare in sinergia con il Comune di Milano per fare in modo che un edificio simbolo della nostra città venga addobbato o illuminato con i 6 colori del “nostro” arcobaleno in occasione del Milano Pride?

Il Pride racchiude in sé molti significati: è una celebrazione di un evento storico fondante per la storia del movimento LGBTQ+ (i moti di rivolta di Stonewall), è una manifestazione politica organizzata da volontari per la rivendicazione dei diritti LGBTQ+ ma è anche una festa di libertà, laica e aperta a tutta la città, contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio, in cui ognuno può essere orgogliosamente sé stesso ed esprimersi liberamente.

In molte grandi città internazionali, il Pride non è concepito come la festa di una minoranza bensì come un evento cittadino, a cui tutti possono partecipare per testimoniare la possibilità di una convivenza pacifica e rispettosa di tutte le diversità che compongono il tessuto di una città.

Dato il suo enorme richiamo, inoltre, il Pride può anche essere una grande opportunità di promozione economica e turistica della città e della Regione. Tutte queste cose convivono, a diversi livelli, anche nel Milano Pride, che è ormai arrivato alla sua 21a edizione. Sin dal 2011 il Comune di Milano ha sempre concesso il proprio Patrocinio al Milano Pride e il Sindaco di Milano in carica ha sempre partecipato alla Parata conclusiva dell’evento. Inoltre, in questi anni, il Comune ha sempre aperto un confronto operativo con gli organizzatori per valutare gli aspetti logistici dell’evento.

Non va infine dimenticato che Milano non è l’unica città della nostra Regione a ospitare un Pride. In questo, anzi, attualmente deteniamo un primato: su 52 Pride che nel 2022 hanno riempito le strade di altrettante città italiane, 9 si sono tenuti in Lombardia (oltre a Milano, si è svolto a Brescia, Pavia, Varese, Monza, Bergamo, Lecco, Como e Cremona).

3. LA SCUOLA E LO “SPAURACCHIO” DEL GENDER

a) È disposto a sostenere e favorire momenti di confronto sui temi della lotta alla discriminazione di genere e del bullismo omo-transfobico all’interno delle scuole – soprattutto nell’ambito della formazione professionale per insegnanti, educatori e personale scolastico – coinvolgendo le realtà associative che operano con competenza, serietà ed esperienza già da molti anni nel territorio regionale?

b) È favorevole a creare e promuovere una rete di docenti competenti ed espressamente formati su queste tematiche, in grado di poter accogliere, includere e sostenere qualsiasi studente LGBTQ+ e riconoscere e contrastare le varie forme di discriminazioni che ancora oggi minano la crescita e la formazione dei ragazzi?

c) È disposto a contrastare la pericolosa opera di disinformazione legata ai cosiddetti “studi di genere”, che ha prodotto l’inesistente e falsa “teoria gender” che ancora serpeggia in maniera forte anche nella regione Lombardia?

Come le famiglie, le associazioni, i gruppi di amici, qualsiasi tipo di aggregazione esistente oggi nel 2023, anche la scuola gioca un ruolo importante nella formazione e nella maturazione della consapevolezza dell’individuo, anche sul piano affettivo e sessuale. La Sezione Scuola del CIG Arcigay Milano, con una fitta rete di volontari, è da quasi trent’anni impegnata a gestire incontri con gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado nel territorio di Milano e di alcuni Comuni limitrofi, sui temi più cari e vivi della comunità LGBTQ+. In particolare nelle secondarie di primo grado si riflette sul senso di gruppo, sul bullismo, con attenzione particolare sul bullismo di matrice omofobica, sull’accoglienza e l’accettazione delle differenze.

Lo stesso accade nel resto della Lombardia con i Gruppi Scuola di Arcigay dei comitati territoriali e le associazioni LGBTQ+ del territorio.

Nelle secondarie di secondo grado, con la nostra testimonianza viva e forte, ci si confronta anche sui temi più vicini alla dimensione adulta, come il riconoscimento giuridico della vita di coppia, l’omogenitorialità e le leggi di contrasto all’omo-transfobia. In questi anni di interventi e di testimonianze abbiamo visto che la città di Milano ha modificato di molto (e in positivo) la visione della Comunità LGBTQ+ e la condivisione delle sue “battaglie” (sempre più genitori, politici, amici anche non omosessuali – gli “alleati” – partecipano ai Pride e sostengono i nostri sforzi per la rivendicazione dei diritti civili) e lo stesso accade nei capoluoghi di Provincia della Regione, ma molto ancora è da fare per costruire una società più inclusiva e accogliente. Anche la scuola non può tirarsi indietro dal condividere questi valori.

Ancora moltissimi studenti, infatti, si nascondono, hanno paura e non trovano supporto nelle Istituzioni scolastiche rispetto alle tematiche dell’identità sessuale. Nella legge 107/2015 si attribuisce alla scuola il compito di contribuire allo “sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell’assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri” e stabilisce che “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”; la precedente Amministrazione regionale, nonostante si dichiarasse convinta nel perseguire questi obiettivi, ha invece deciso di organizzare e supportare eventi, seminari, conferenze capziosamente rivolti alla cosiddetta “salvaguardia della famiglia tradizionale” e ha contrastato eventi all’interno degli istituti scolastici tacciati di essere parte della falsa ed inesistente “teoria gender”.

4. SALUTE E PREVENZIONE DELLE INFEZIONI A TRASMISSIONE SESSUALE: L’EMERGENZA LOMBARDA

a) È favorevole a finanziare lo sviluppo di una rete di check-point per la somministrazione di test HIV anonimi e della PrEP (Profilassi Pre Esposizione da HIV), gestita dagli enti del terzo settore già presenti e operanti in collaborazione con le ASST nel territorio regionale?

b) È favorevole a introdurre la PrEP rimborsata dal Sistema Sanitario Regionale e promuovere lo screening gratuito e universale per tutte le IST (Infezioni Sessualmente Trasmissibili?

c) Intende impegnarsi perché la Regione adotti integralmente il PNP 2020-2025 (Piano Nazionale Prevenzione), già reso attuativo dal PRP (Piano Regionale Prevenzione), ispirandosi all’ottimo Piano Nazionale AIDS 2017, mai andato in porto?

Da quando nel 2009 l’Istituto Superiore di Sanità ha cominciato a pubblicare i dati relativi alle nuove infezioni, la Lombardia è risultata storicamente la Regione con la più alta incidenza per numero di nuovi casi di infezione da HIV. Dal report COA 2022 (dati del 2021) si osserva una evidente diminuzione dei casi per tutte le modalità di trasmissione.

Nel 2021, la proporzione di nuovi casi attribuibile a trasmissione eterosessuale era 44% (27,2% maschi e 16,8% femmine), quella in MSM (uomini che fanno sesso con uomini) 39,5% e quella attribuibile a persone che usano sostanze per via iniettiva (IDU) 4,2%. Il Registro Nazionale AIDS, attivo dal 1982, nel 2021 ha ricevuto 382 segnalazioni di nuovi casi di AIDS, pari a un’incidenza di 0,6 nuovi casi per 100.000 residenti. L’83% dei casi di AIDS segnalati nel 2021 era costituito da persone che hanno scoperto di essere HIV positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di AIDS. Questo vuol dire che il test non è ancora capillare e ci sono persone che non accedono ai servizi se non perché hanno sintomi AIDS-correlati. La situazione è in miglioramento, evidenziando soprattutto il supporto del terzo settore e il sostegno dato alle popolazioni più vulnerabili e/o esposte, oltre che per l’implementazione della PrEP, protocollo che ha preso piede in Lombardia nonostante le difficoltà del costo, che limita l’accesso nelle popolazioni più fragili, che storicamente sono quelle più esposte. Inoltre è importante prevedere l’accesso alle terapie antiretrovirali anche per persone comunitarie senza assistenza sanitaria nazionale, al fine di garantire un benessere per la persona e un bene per la comunità, bloccando la catena dei contagi attraverso il raggiungimento della soppressione virale. Approvato finalmente nel 2017, il Piano Nazionale AIDS (“PNAIDS”), che le Associazioni aspettavano da almeno 30 anni con Arcigay in prima fila insieme ad altre sigle storiche della lotta all’AIDS (ASA, LILA , ANLAIDS, NPS, Caritas e altre), chiediamo che la Regione Lombardia lo adotti integralmente, ed in particolare:

● Sviluppi una rete tra gli Enti del Terzo settore (APS, ODV e ETS) già presenti sul territorio che si occupano da anni di prevenzione e lotta alle IST con le strutture sanitarie su più livelli, dalle ATS alle ASST, finanziando il privato sociale per potenziare l’offerta di test anonimi e gratuiti accompagnati da counseling e servizio psicologico di supporto, la somministrazione della PrEP e le attività di formazione interne e esterne, in modo da liberare risorse umane ed economiche per permettere alle strutture sanitarie pubbliche la cura dei pazienti, favorendo la retention in care e pensando all’invecchiamento delle persone che vivono con HIV attraverso programmi multidisciplinari che permettano a tutte le persone una qualità di vita accettabile e dignitosa;

● Sviluppi e adotti una strategia di prevenzione rivolta alla popolazione MSM con campagne d’informazione mirate, centri di ascolto, formazione del personale sanitario;

● Introduca programmi specifici per la cura delle persone con una dipendenza da Chemsex, la pratica di utilizzare droghe chimiche per fare sesso, fenomeno dilagante nella nostra Regione, che non trova nei Serd (Servizi per le dipendenze territoriali) un livello di preparazione sufficiente per poter rispondere ai bisogni della comunità, che si ritrova lasciata a se stessa nell’affrontare questa vera e propria emergenza;

● Introduca nel Sistema Sanitario regionale la PrEP (Profilassi PRE esposizione) rimborsata dal SSN: già approvata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) è l’unico strumento che, all’estero così come in Italia, insieme all’accesso universale alla terapia antiretrovirale e alla promozione degli strumenti di barriera, si sia dimostrato efficace nell’abbattimento del numero di nuove infezioni.

Oggi abbiamo dati e strumenti impensabili fino a pochissimi anni fa, che fanno presagire di essere alla vigilia di una svolta epocale nella lotta all’HIV, tanto da poter sognare la fine dell’epidemia per l’anno 2030, come promosso da UNAIDS e WHO: occorre però incoraggiare la sinergia tra le gli enti del terzo settore che possiedono la conoscenza del territorio e lavorano con le popolazioni chiavi quotidianamente, e chi possiede le risorse per poter arrivare all’obiettivo ZERO nuove diagnosi da HIV.

5. I DIRITTI E LA TUTELA DELLE PERSONE TRANSGENDER IN LOMBARDIA

a) È disposto ad istituire un polo d’eccellenza chirurgico che garantisca gli interventi di riconversione sessuale/riattribuzione di genere?

b) È disposto ad istituire un centro polifunzionale delle realtà associative e di servizi gestite da persone transgender con la collaborazione di professionisti di comprovata esperienza nell’accompagnamento ai percorsi di affermazione di genere (medici endocrinologi, psicologi, avvocati, peer educator)?

c) È disposto a promuovere politiche attive del lavoro volte a favorire l’inclusione delle persone transgender nel mondo del lavoro?

d) È disposto ad istituire un registro alias sul modello del registro alias che verrà istituito presso il comune di Milano? È disposto ad istituire a livello regionale una cabina di regia volta a coordinare l’istituzione delle carriere alias presso gli istituti scolastici?

e) È disposto a creare un database che raccolga tutti i dati sanitari relativi ai percorsi di affermazione di genere così da creare una casistica utile a migliorare le cure attualmente disponibili per la popolazione transgender?

f) È disposto ad aumentare il numero di medici endocrinologi e psicologi disponibili ad accompagnare le persone transgender lungo i percorsi di affermazione di genere dando luogo a momenti di formazione in coordinamento con la società degli endocrinologi e l’ordine degli psicologi?

g) È’ disposto a promuovere il diversity management rivolto ai dipendenti di Regione Lombardia con focus specifico su tematiche relative all’identità di genere? È disposto a sostenere la formazione dei dipendenti dell’area sanitaria e sanitario-amministrativa rispetto alle tematiche inerenti all’identità di genere?

h) È disposto a istituire una sezione specifica nelle carceri sulla base dell’identità di genere delle persone trans presenti nella struttura carceraria? Intende inoltre formare il personale operante nelle carceri in materia di identità di genere, garantire un corretto percorso di transizione medicalizzata con figure endocrinologiche e psicologiche per tutelare la salute delle persone transgender? Intende infine garantire una perquisizione giornaliera effettuata da persone la cui identità di genere è corrispondente con quella della persona perquisita? È disponibile a sviluppare percorsi di formazione e politiche attive specifiche per l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone transgender uscite dal carcere?

i) È disposto a sostenere campagne che incoraggino la prevenzione oncologica nella popolazione transgender della Lombardia?

Si rimanda, per l’elaborazione delle proposte in oggetto, al documento presentato da ACET e dallo sportello Trans di ALA Milano Onlus, disponibile sul sito www.associazionetransgenere.org e sul sito www.sportellotrans.alamilano.org

6. CULTURA LGBTQ+ IN LOMBARDIA

a) È disposto a creare una commissione culturale con esperti di cinema, arte e musica LGBTQ+, in collaborazione con le Associazioni culturali già operanti nel territorio, per l’elaborazione di un piano programmatico quadriennale per sostenere e incentivare le iniziative culturali LGBTQ+ della Regione?

b) È disposto a istituire un Ufficio regionale che coadiuvi le Associazioni Culturali LGBTQ+ del territorio nel reperimento di fondi europei per il sostegno alla cultura LGBTQ+, nell’individuazione di partner europei di rilievo e nello svolgimento delle attività burocratiche connesse?

c) Intende impegnarsi per la concessione del Patrocinio della Regione Lombardia a eventi culturali a tematica LGBTQ+ quali, ad esempio, il MIX Festival?

Le iniziative culturali LGBTQ+, una volta quasi esclusiva della città di Milano, sono ormai numerose sull’intero territorio regionale. Poiché sono quasi interamente basate sull’autofinanziamento e sul lavoro volontario, ad una tale ricchezza numerica non corrispondono né una orchestrazione comune né una collaborazione efficace tra le varie realtà esistenti. Di conseguenza vengono perse preziose possibilità di sinergia e collaborazione e ad oggi, nonostante la buona volontà di tutti e tutte coloro che operano del settore, non si vede una soluzione rapida del problema senza una fattiva collaborazione delle Istituzioni.

Un piano programmatico comune coordinato dalla Regione porterebbe a una efficace soluzione che, a livello nazionale e internazionale, porterebbe lustro e dimostrazione di efficienza alle Istituzioni Regionali. In merito ai fondi europei, i dati pubblici evidenziano che nel 2017 degli oltre 485 miliardi di Euro degli “EUROPEAN STRUCTURAL AND INVESTMENT FUNDS” (ESIF) stanziati dall’UE, solo il 24% è stato stanziato e meno del 15% effettivamente speso. Tale situazione, per quanto riguarda le associazioni culturali operanti nella Regione, pur numerose e attivamente inserite nella società, dipende:

● dalla necessità di anticipare fondi per il finanziamento delle iniziative candidabili per gli ESIF, che, in assenza di partner economici solidi, impedisce alle associazioni di candidare al finanziamento i progetti sui quali lavora;

● dall’eccessiva onerosità della burocrazia amministrativa che precede, accompagna e segue la candidatura a un finanziamento europeo: le associazioni culturali, composte in massima parte da volontari e volontarie, non possono sostenere un impegno costante in tal senso, aggiuntivo a quelli già sostenuti per le iniziative che le distinguono.

Una collaborazione proattiva della Regione nonché la creazione di un circuito di realtà economiche regionali disposte a co-finanziare i progetti candidati ai bandi europei, porterebbe a una candidatura massiccia di progetti da parte delle associazioni e quindi a un minore spreco delle risorse messe a disposizione dall’UE.

7. SERVIZI DI ASSISTENZA ALLA COPPIA, ALLE FAMIGLIE E ALLA GENITORIALITÀ: I CONSULTORI

a) È favorevole a rivalutare le convenzioni regionali con i consultori, anche sulla base della loro capacità di accogliere i cittadini LGBTQ+ nel pieno rispetto delle loro persone, delle famiglie che formano e delle loro vite sessuali e sentimentali?

Un terzo dei consultori operanti in Lombardia è riconducibile alla FelCeAF (Confederazione Italiana dei consultori familiari a ispirazione cristiana), che ha per statuto il fine di fornire “Assistenza Socio-Sanitaria alla Famiglia attraverso i Servizi dei Consultori Familiari Lombardi secondo una visione cristiana della persona cristiana”. Nei fatti, la mancanza di una visione laica della società non consente a questi consultori- finanziati da soldi pubblici – di fornire un adeguato sostegno alle persone LGBTQ+ che si rivolgono a loro.

8. SPORT INCLUSIVO

Chiediamo a Regione Lombardia di programmare un progetto di formazione insieme al Coni Lombardia per lo sport di base dedicato agli allenatori e alle allenatrici delle ASD e SSD lombarde, avendo come obiettivo la lotta alle discriminazioni in ogni forma con un modulo dedicato all’omo-transfobia affidato alla rete formativa delle associazioni LGBTQ+ operanti sul territorio.

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