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La risposta di Arcigay Pavia all’Unione Giuristi Cattolici Pavesi

Con sgomento e stupore leggiamo il comunicato stampa dell’Unione Giuristi Cattolici Pavesi che invitano a firmare un appello per fermare il disegno di legge contro l’omo-transfobia.

Il Parlamento sta per discutere un disegno di legge, la cui urgenza e necessità non solo è evidente dai numerosi casi di cronaca, ma che permetterebbe alla comunità LGBTI di avere quella tutela dalla legge riservata alle minoranze vittima di discriminazioni e violenza al pari del genere, della razza e della disabilità. L’iniziativa è, finalmente, bipartisan per colmare un imbarazzante vuoto legislativo che relega le persone LGBTI a cittadini di serie B.

Il disegno di legge non solo è utile, ma è indispensabile perché l’Italia rispetti i moniti delle istituzioni europee e stia al passo con i paesi più evoluti.

Le leggi penali vigenti nel nostro ordinamento, che prevedono reati e circostanze aggravanti, non prevedono alcuna tutela specifica quando i crimini d’odio sono motivati esclusivamente da omo e transfobia.

I criteri proposti dalla proposta di Rete Lenford portata all’esame delle Camere mira a tutelare «identità sessuale», considerata come l’insieme, l’interazione o ciascuna delle seguenti componenti: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale. Il testo specifica anche le nozioni di «identità di genere», «ruolo di genere» e «orientamento sessuale». Si tratta di definizioni che sono pacificamente riconosciuti dalla legislazione e dalle scienze psico-sociali, che nulla hanno in comune con comportamenti genericamente afferenti alla sfera sessuale.

È del tutto falso sostenere che l’estensione della legge Mancino potrebbe punire i cd. “reati d’opinione” in contrasto con i principi costituzionali. Il progetto originario vede soltanto la punizione di chi incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o motivati dall’identità sessuale della vittima.

La proposta in esame si limita ad estendere il contenuto di questa legge ad ulteriori ipotesi connesse alle condizioni personali della vittima.

Il progetto di legge vuole equiparare l’odio basato sull’orientamento sessuale, l’identità di genere o il ruolo di genere della vittima a quello, già riconosciuto e punito nel nostro ordinamento, basato su motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

È possibile con questa legge dare un segnale di inclusione e di rispetto non solo alle persone interessate ma a tutto il paese. È uno di quei casi in cui la norma penale ha un effetto simbolico che contribuisce a costruire la modernità di un paese e la cultura di una comunità.

 

Niccolò Angelini

Vicepresidente e Responsabile Settore Giuridico di Arcigay Pavia “Coming-aut”

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