La memoria sono anch’io – l’evento ideato da Arcigay Pavia Coming-Aut e da Universigay per ricordare tutte le vittime dell’odio nazista – è arrivato quest’anno alla sesta edizione.
Lunedì 30 gennaio, in Aula del Quattrocento, le oltre 100 persone presenti hanno potuto vivere un viaggio dentro la memoria di una delle atrocità più cupe della Storia, con uno sguardo analitico e un susseguirsi di racconti, di vite di ieri e di vite di oggi. Ad accompagnarci in questo viaggio, la musica degli artisti dell’Accademia Rossini di Voghera.
I triangoli rosa di allora ricuciti sul petto degli omosessuali di oggi, impiccati in Iran, sul petto di tutti coloro che subiscono la violenza di stato in Russia. Le lesbiche di Ravensbruck, le sopravvissute che anche dopo, dopo la liberazione, dopo che l’orrore è stato capito, compreso, fotografato e raccontato, hanno scontato lo stesso pregiudizio, sono state costrette alla vergogna del silenzio.
L’associazione “Ci siamo anche noi” ha regalato al pubblico l’incontro-scontro tra le struggenti storie di settant’anni fa e la realtà dei CIE di oggi: parole simili, a tratti identiche, utili a raccontare luoghi distanti nel tempo ma vicini nello spirito.
Lo sterminio delle persone disabili, teatralizzato dai soci UILDM, una coraggiosa descrizione dell’indicibile raccontata senza censure.
E ancora: la storia che Sori ha voluto condividere con la voce rotta dall’emozione; la sua vita racchiusa in dieci minuti di tensione altissima: il Mali, gli stupri, la fuga, la prigionia in Libia, il barcone, Lampedusa. La vita di un sopravvissuto all’inferno.
E poi sono intervenute le donne di Liberamente, la violenza di genere, il seme di un sessismo che trova ancora terreno fertile.
La memoria sono anch’io è ormai un appuntamento imprescindibile per chi a Pavia si occupa di lotta alle discriminazioni. Un’idea di Arcigay Pavia, accolta dallo Sportello Antidiscriminazioni del Comune, che ne ha fatto una delle sue principali iniziative. Le associazioni dello Sportello, unite dal bisogno di dare voce alle vittime dimenticate dello sterminio nazista, hanno saputo restituire una memoria forte, viva, che è ricordo delle vittime e insieme ferita aperta anche nel nostro presente. Come ogni anno, da ormai sei anni, abbiamo sentito, vissuto, sperimentato “l’impossibilità di rassegnarsi al fatto che il mondo dei lager sia esistito, che sia stato introdotto irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono e quindi sono possibili”.