Menu Chiudi

Arcigay Pavia risponde a Don Daniele Baldi

Arcigay Pavia apprende con sgomento quanto riportato dalla Provincia Pavese il 25 aprile (LEGGI QUI): il parroco del Carmine forse dimentica che tra le vittime del nazifascismo ci sono stati anche gli omosessuali mandati al confino o nei lager in quanto considerati malati, pericolosi e contro natura. “Contro natura” sembra essere il leitmotiv e l’unica ragione per cui il matrimonio per le persone omosessuali in Italia debba continuare ad essere vietato.
In Italia l’amore omosessuale oltre che essere fuori dalla legge, quasi fuori legge, alcuni lo vogliono vedere ancora come contro natura decidendo cosa sia naturale e quindi giusto, legale e possibile e cosa invece non debba esserlo sulla base di una legge naturale o di un concetto di natura che con il mondo e le persone non ha molto a che fare.
“Ad un bambino servono un padre e una madre” pare poi un dogma insormontabile usato però solo contro le persone omosessuali, senza tener conto delle altre molte famiglie esistenti non formate da coppie eterosessuali (genitori single, famiglie ricomposte, famiglie allargate, nonni che crescono nipoti etc etc). Affermazioni apodittiche slegate da qualsivoglia dato di realtà, buon senso ed evidenza giuridico-scientifica, basti pensare alle sentenze 138/2010 della Corte Costituzionale e 4184/2012 della Cassazione e a quanto emerge dai maggiori studi di psicologia e psichiatria: ad un bambino servono genitori che lo amino a prescindere dal loro sesso, i figli di coppie omogenitoriali non crescono con maggiori difficoltà rispetto a quelli con genitori eterosessuali. è ora di fare tutti un salto culturale che in realtà è solo un piccolo passo di buon senso: pensare che le persone omosessuali siano indegne di sposarsi con chi amano e incapaci di crescere figli è negare la realtà ed è un retaggio di quel pensiero discriminatorio e omofobo che ha basi ben radicate nel nazifascismo che ci voleva vittime del lager, malati, pericolosi e contro natura. solo dalla vera liberazione da un pensiero unico che incrimina come diverso, malato e contro natura l’omosessuale anche la comunità LGBTI potrà finalmente festeggiare il suo 25 aprile.

Siamo stanchi che le persone omosessuali anche in ricorrenze importanti come quella del 25 aprile non siano ricordate come vittime a fianco dei partigiani nella rivendicazione della libertà da ogni oppressione ma siano strumentalizzate per fare discorsi che negano diritti e dignità. Chiediamo all’Anpi e alla società civile di condannare le parole del prete che tutto erano tranne in linea con lo spirito che i partigiani stessi hanno dimostrato durante il ventennio fascista e che nulla centravano con il 25 aprile.

Arcigay Pavia

Condividi questo articolo: