Comunicato stampa
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Q+, disponibili i risultati del primo studio italiano sull’accesso alle cure ginecologiche per persone LBTI+
Giovedì 12 settembre alle ore 18:00, presso la sede di Corso Garibaldi 20/N a Pavia, Coming-Aut presenterà i risultati dell’indagine nazionale Q+, il primo questionario anonimo sulle cure ginecologiche per persone lesbiche, bisessuali, trans*, non binarie e asessuali.
Coming-Aut LGBTI+ Community Center APS – Centro UNAR contro le discriminazioni e le violenze motivate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere ha somministrato nel periodo compreso fra il 28 aprile 2023 e il 30 settembre 2023 un sondaggio per indagare il fenomeno dell’accesso alle cure ginecologiche e rilevare eventualmente difficoltà, paure, dubbi, discriminazioni, o all’opposto, esperienze positive, alla medicina preventiva, alle cure di routine e di emergenza o ai servizi sanitari legati alla salute ginecologica.
Sono stati raccolti 1078 questionari completi che hanno permesso di analizzare diversi aspetti quali l’accesso ai servizi, la prevenzione dell’HPV, l’omolesbobitransfobia e il disagio nell’affrontare la visita ginecologica.
L’indagine ha permesso di rilevare dati molto significativi quali, ad esempio:
– Il 9,83% delle persone rispondenti non è mai andat* dal ginecologo
– La maggior parte delle persone che ha risposto al sondaggio non ha ricevuto la vaccinazione per HPV (58,07%)
– Nel 13,89% dei casi al* paziente sono stati rifiutati degli esami ginecologici almeno una volta solo perché è una persona LGBTI+
– Il 13,21% ha timore di essere visitat* da un* specialista omobilesbotransfobic*
Durante la conferenza verranno presentati i risultati completi dell’indagine statistica e, durante il dibattito, verranno illustrate le conclusioni dello studio.
Il report completo è disponibile sul sito di Coming-Aut all’indirizzo: https://www.coming-aut.it/questionario
Il Progetto, ideato da Coming-Aut e sviluppato nell’ambito del progetto TODES – Territorio, Opportunità, Diritti, Eguaglianza, Solidarietà, ed è realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Ha ricevuto, inoltre, l’adesione di Arcigay – Associazione LGBTI italiana.
Cecilia Bettini, presidente di Coming-Aut, dichiara: “I dati emersi dall’indagine restituiscono un panorama piuttosto negativo sull’accesso ai servizi ginecologici per le persone della comunità LGBTI+. Questi dati confermano e rafforzano le testimonianze delle persone che negli anni passati si erano rivolte al nostro Centro di Pavia. Disagio per la visita, timore di trovare un ambiente sanitario impreparato verso le tematiche LGBTI+ e vere e proprie discriminazioni sono elementi che lo studio ha rilevato in maniera preoccupante su tutto il territorio italiano.
In tal senso, un dato significativo è rappresentato da chi non ha mai effettuato una visita ginecologica, unito alle risposte che riguardano il tema della vaccinazione per HPV: su quest’ultima lo studio denuncia drammaticamente come addirittura venga sconsigliata da alcun* ginecolog*.
È prioritario favorire la costruzione di contesti sanitari friendly per le persone LGBTI+, perché prendersi cura della propria salute sia un diritto davvero per tutt*. Non è più ammissibile che un uomo trans decida di non avvalersi dei servizi di ginecologia per timore degli sguardi in sala d’attesa e che il personale non sia in grado di gestire la situazione. O che una donna lesbica decida di tacere il proprio orientamento sessuale per non subire commenti giudicanti da parte de* medic*.
Serve una formazione adeguata rivolta al personale medico e al personale amministrativo perché la presa in carico della persona LGBTI+ non seguiti ad essere un calvario.
Come Centro Antidiscriminazioni siamo disponibili fin da subito a lavorare in questa direzione.”
Ilenia Pennini, responsabile nazionale salute di Arcigay, dichiara: “La nostra associazione da anni denuncia l’assenza di servizi preparati ad accogliere l’utenza LGBTI+ in questo Paese. I dati di questo studio raccontano disservizi e mancanze di tutele che allontanano l’utenza dal prendersi cura della propria salute, compresa quella sessuale. Serve formazione sia per il personale sanitario che per quello amministrativo e un miglioramento del rapporto medico-paziente che sappia davvero intercettare e rispettare i bisogni di tutte le persone che accedono ai servizi. I tagli alla spesa sanitaria e la riduzione del tempo dedicato alle visite hanno degli importanti effetti negativi sulla salute pubblica. In un momento in cui le infezioni sessualmente trasmissibili sono in aumento l’accesso ai servizi che si occupano di prevenzione dovrebbero essere incentivati, non ridotti. Servono campagne nazionali e un maggior rapporto tra i servizi sanitari e il territorio.”
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